In un momento così frenetico, con bambine che governano, castelli che si aprono, giornalisti che si mettono al vento, battute che si sprecano, progetti che partono, antiche supponenze che si quietano, altre (poche) che si arroccano, in questo momento che, chissà dove ci porterà davvero, ma in cui tutti sembrano presi dal ballo di san Vito, tutti dichiarano, chiunque trova un suo spazio, a nessuno si nega un’opinione, e in cui, a parte Altan, Lerner, Serra e qualche altro profondo ragionatore, si sragiona a ruota libera, si pubblicano le dichiarazioni di tutti, si assiste a un tourbillon di nuovi protagonisti, bravi, meno bravi, o mediocri, questo si vedrà, ma intanto vanno tutti alla radio, alla televisione, vanno da Vespa, a Ballarò, a Otto e mezzo, e tutti vengono sollecitati a mostrarsi, invitati per un’opinione, o una previsione, o un lamento, e ci vanno la Carfagna e Alfano, perché hanno vinto, e quegli altri perché hanno perso, e ci vanno perfino quegli altri ancora, perché manco esistono più, bé, ci fosse un cazzo di qualcuno che si ricordasse di Follini e di Casini.
Nessun commento:
Posta un commento