Caro direttore, dopo aver letto su Avvenire la lettera gioiosa dei coniugi di Vigevano che hanno celebrato la ricorrenza del loro 50° anniversario di matrimonio, non possiamo resistere al desiderio di comunicarle che celebreremo il 15 luglio prossimo, a Dio piacendo, il nostro 65° anniversario di matrimonio, che abbiamo già festeggiato in anticipo in parrocchia (S. Famiglia). Noi abbiamo avuto quattro figli (tre femmine e un maschio) che hanno seguito due cammini diversi. Le prime due si sono sposate e hanno avuto l’una tre e l’altra sei figli, mentre gli ultimi due, già adulti, sono stati chiamati da Dio: il maschio, dopo essersi laureato ingegnere elettronico, è diventato sacerdote e la femmina si è consacrata al Signore, dopo essersi laureata in Scienze agrarie, come suora laica. Entrambi hanno ricevuto la chiamata dopo aver frequentato un corso de 'I Ricostruttori' tenuto a Torino da un padre gesuita. Essi avevano già una base, avendo studiato in collegi dei gesuiti, prima a Roma e poi a Torino, e avendo contemporaneamente frequentato, come le altre due sorelle, gli scout.
Come non ringraziare Dio per averci donato ben nove nipoti, di cui una è un angioletto, e quattro bisnipoti, e di aver chiamato al suo servizio i loro zii che li assistono spiritualmente nell’amministrazione dei sacramenti e con l’affetto particolare della zia Cocò, che sarebbe Chiara.
Scusi se mi sono dilungata troppo, ma l’ho fatto con grande piacere, perché è stato un modo per ringraziare Dio dei suoi doni e per dirgli che noi, vecchi nonni e bisnonni (92 e 85 anni) siamo sempre a sua disposizione.
Marisa ed Ernesto Pozzi, Saronno ( Va)
Il vostro traguardo e il modo in cui lo avete raggiunto meritano ampiamente la massima evidenza consentita in questa pagina. La vostra storia è la più bella e incontrovertibile smentita a quanti vogliono relegare la famiglia a triste e buia propaggine del passato. A non riconoscerle alcun valore, ma ridurre tutto a tribolazione aggravata dalla soggezione alla 'superstizione' religiosa. Così non è.
E non credo che nessuno possa nutrire dubbi sul fatto che la vostra sia stata una vita bella.
Basta ciò che raccontate di figli e nipoti per rendere invidiabili i 65 anni da voi trascorsi insieme.
Voi ringraziate Dio, scorgendo lungo l’intera vostra vicenda la guida della sua mano, premurosa e sollecita. Non c’è neppure una parola sulle difficoltà e le tribolazioni che avete affrontato. Non sono certo mancate: basta rilevare che vi siete sposati 10 giorni esatti prima di quel famoso 25 luglio 1943 che vide la caduta del fascismo e l’inizio della guerra di liberazione. Quanta trepidazione, incertezza, timore in quei primissimi giorni di matrimonio! In ballo non c’era solo la 'certezza del posto di lavoro fisso' ma la vita stessa. Confrontando ciò che voi avete affrontato allora, come non trovare povere le motivazioni con le quali oggi tante coppie dilazionano la decisione di sposarsi? E gli anni a seguire, durante i quali sono venuti al mondo i vostri figli, erano forse meno difficili degli attuali? Non resta che prendere lezione da voi: dalla serenità, dalla fiducia e dall’amore reciproco coi quali avete affrontato anni turbolenti, nella certezza che il Signore non vi avrebbe lasciati soli. Pregando di riuscire a dirgli anche noi, in ogni giorno della nostra vita, che «siamo sempre a sua disposizione».
Avvenire - 16/5/2008
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