03 luglio 2008

Intervista a Kiko

Kiko Arguello parla a Zenit del Cammino, in occasione dell'approvazione degli statuti. Il fondatore del Cammino Neocatecumenale parla dei frutti sorti nel corso degli anni, che sono stati fondamentali per l'iter di riconoscimento ufficiale da parte del Papa.

Ha ricordato che il Cammino è un carisma, suscitato dal Signore per mettere in pratica il Concilio. Infatti Kiko, nel 1968, stava realizzando tra le baracche di Madrid quello di cui, negli stessi giorni, stavano discutendo i Vescovi a Roma. E' affascinante vedere come, insieme al Concilio, siano sorti spontaneamente carismi che ne colgono lo spirito e lo applicano.

Il Cammino, ricorda Kiko, sta diventanto anche un punto di incontro tra la Chiesa e il popolo ebraico. La Domus Galilaeae, costruita con l'intenzione di accogliere le comunità che hanno concluso il Cammino e che sono in pellegrinaggio in Terra Santa, sta diventando sempre più luogo di incontro culturale tra cristiani ed ebrei locali. «Anche in questo» - dice Kiko - «siamo stati superati». I progetti del Signore ci sovrastano, sono immensamente più grandi. Del progetto iniziale di Kiko, Dio si è servito anche per questa importante missione ecumenica.

Ma la presenza del Cammino in Medio Oriente, è anche motivo di incontro e contatto con la Chiesa Ortodossa, alla quale Kiko si ispira nelle sue opere artistiche. Forse Dio vuole servirsi del Cammino anche per l'unità della Chiesa.

Gli statuti appena approvati, ribadiscono che il Cammino non ha beni propri. Infatti tutte le strutture utilizzate sono di proprietà delle Parrocchie e dei Vescovi, e sono finanziate dalle offerte delle comunità neocatecumenali. Il Cammino si configura come uno strumento, un itinerario di iniziazione cristiana, dato ai Vescovi. Che ha personalità giuridica pubblica, «vale a dire che agiamo a nome della Chiesa».

Gli statuti rappresentano quindi un punto di arrivo ma anche un punto di partenza.
«Ciò che ci aspetta è poterci offrire ai Vescovi, già con la garanzia che si tratta di qualcosa della Chiesa, per la nuova evangelizzazione. Ciò che ci aspetta è fare un salto verso la nuova evangelizzazione, perché la felicità consiste nel dare la vita per gli uomini, ed è a questo che noi cristiani siamo chiamati.»

Testo integrale dell'intervista: Prima parte - Seconda parte

1 commento:

  1. ciao davi!
    ottimo articolo caro...
    speriamo che questo dia forza a tutti noi cristiani, nelle nostre missioni e difficoltà quotidiane..
    un abbraccio a te e a tutti coloro che andranno a sidney, perchè abbiano nel cuorequesto altruismo e gratuità di cui parli...
    ciao amore!

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