E' incredibile l'arroganza con cui certe persone si ritengono interpreti del pensiero di un'altra persona, anche se questa è in stato vegetativo. Nessuno può conoscere i sentimenti di chi è in coma da 16 anni, nessuno può sapere se il desiderio di questi malati terminali è di vivere o di morire. Neanche se uno è stato tutta la vita favorevole all'eutanasia, neanche se ha fatto il testamento biologico, si può essere certi che, una volta trovatosi in quella situazione, non desideri che si faccia tutto il possibile per prolungare la sua vita.
E' incredibile come il signor Englaro, la signora Welby, e altri nella loro situazione, parlino di pietà, di non discriminazione, quando sono i primi a non avere pietà per i loro congiunti, e a discriminarli, volendoli uccidere per poter smettere, loro stessi, di soffrire.
Che poi non si può neanche parlare di eutanasia, perché di fatto lasceranno morire Eulana di fame e di sete, quindi con grandissime sofferenze, come nel caso di Terry Schiavo.
E dov'è la pietà?
boia davi..
RispondiEliminache allegria..=)
comunque approvo..
la pietà, come la chiami te, è nell'accettare che una persona non vive più da 16 anni. che un risveglio è impossibile, e che nella remotissima possibilità che si svegli resterà un'ameba con un cervello atrofizzato. parole dure, ci stà, ma è così la realtà qualunque sia l'etichetta sotto la quale la vestiamo. pietà è lasciare andare un individuo che vive come una macchina, vegetando in un letto, e che se anche si svegliasse non avrebbe una vita. ecco dove sta la pietà, per gli altri e per se stessi, è quella che tu chiami egoismo. sono favorevole al 100% all'eutanasia. cie.
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