17 febbraio 2010

Politica e religione - di Franco Allegri

da Empolitica - Franco Allegri


17 Feb, 2010

POLITICA E RELIGIONE - Preferisco il cardinal Tettamanzi!

Scritto da: F. Allegri In: Politica in generale| Variee letto 12 volte.

POLITICA E RELIGIONE

Preferisco il cardinal Tettamanzi!

10/02/2010

Di F. Allegri

Torno a scrivere di religione e politica dopo che quasi 250 persone hanno letto il mio scritto a favore del crocifisso nelle scuole e nei locali pubblici.

Da vari mesi seguo i consigli comunali di Empoli e li illustro con articoli dettagliati e seguo l'attività di tutti i gruppi con il massimo di apertura che mi è possibile e forte dei principi democratici e pluralisti!

Non nascondo che il mio gruppo preferito è quello a 5 stelle che si ispira a Beppe Grillo, ma apprezzo anche le altre realtà e fra queste, da alcuni mesi, osservo con un occhio particolare il lavoro del gruppo UDC e del suo capo gruppo Gracci.

Quando questi cattolici intervengono in consiglio penso spesso alla mia tesi di laurea sulla fine dell'unità politica dei cattolici e medito sul rapporto tra teologia e politica.

Il mio pensiero si riassume nel titolo di questo scritto; il mio pensiero è: preferisco il cardinale Tettamanzi.

Sostengo la sua posizione nella polemica tra la Lega e la Chiesa Cattolica. Anzi è meglio dire che sono sempre contro la Lega, specialmente nella sua versione governativa. Quella di Roma ladrona qualche simpatia me la suscitava!

Non nego alla chiesa il diritto/dovere di intervenire nella vita politica di un paese e non credo che una fede possa essere solo rapporto con il trascendente!

Io sono tra i pochi che apprezzano Gracci quando fa politica con il vangelo, lo considero un modo nuovo per rigenerare l'esperienza politica cattolica e per riscattare i cattolici dalla vergogna della stagione delle tangenti e del dovere di governare una repubblica di frontiera con i comunisti alle porte. Sul tema dei cattolici in politica e sul rapporto fra politica e morale, ho sempre considerato illuminanti gli scritti dell'attuale cardinale di Milano.

Quando Gracci cita il vangelo vedo spesso dei consiglieri annoiati o sorridere, mi dispiaccio per loro che in altre occasioni si fanno forti di ideologie superate o peggio condannate all'eterna minoranza.

Tutti dovremmo comprendere che in Italia sono decisive oggi solo 2 idee politiche: il Berlusconismo o un cattolicesimo basato su principi millenari. Permettetemi di preferire la seconda ipotesi. Chi attende Di Pietro ha tanto da aspettare!

Per me la Chiesa che fa politica non sbaglia e non credo che debba temere i vari partitelli, di destra o di sinistra e nemmeno la Lega che talvolta appare come espressione di un cattolicesimo tradizionale. Per me non è così nella Lega vedo vecchi pensieri politici poveri e/o provinciali.

La Lega avrà nei prossimi mesi lo stesso problema di tutti i partiti che sono sopravvissuti alla prima repubblica: DOVRÀ NASCONDERE LA SUA IMPOTENZA NEI CONFRONTI DI QUESTA CRISI CHE CONTINUA A LOGORARE LE NOSTRE IMPRESE DEL NORD, DEL CENTRO E DEL SUD. Vedremo presto chi è popolare e chi no ed io ho una certezza: dopo la crisi avremo ancora la chiesa impegnata in politica e solo essa non avrà subito danni da questo periodo tragico.

Ad inizio dicembre 2009 il cardinale Tettamanzi tenne un'omelia abbastanza pesante e parlò di eresie politiche; fu senza dubbio un avvertimento per quelli che non rispettano la chiesa in quella città. Certamente le mie constatazioni si applicano male alla Toscana e alla Val D'Elsa, ma i miei rappresentanti politici dovrebbero meditare quanto scrivo perché la mia analisi va oltre le critiche alla Lega e diviene è una delle poche possibilità di capire i motivi che fanno della sinistra una minoranza perenne!

Voglio chiudere con una considerazione che capirete leggendo gli scritti del Professor Nappini, soprattutto quelli in attesa di pubblicazione.

Tra Lega e Chiesa prendo la chiesa, fra Vangelo e televisione prendo il Vangelo e se è vero che io ho capito la crisi meglio e prima di tutti, mi permetto di dirvi che le mie proposte sopravvivranno al diluvio! Anzi avrebbero potuto scongiurarlo, ma spesso le buone idee non hanno forza e anche questo concetto è pertinente rispetto al tema del rapporto fra Vangelo e politica!

15 febbraio 2010

Intervento in Consiglio Comunale sull'ODG contro l'omofobia

Crediamo che vada deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano oggetto di espressioni malevole o azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna ovunque si verifichino. Essi rivelano la mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità della persona deve essere rispettata sempre, nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.
La convivenza umana deve basarsi sul rispetto reciproco e dovrebbe riconoscere la dignità personale intrinseca ad ogni persona umana, in tutte le fasi della sua vita.
Ma riconoscere questa uguaglianza non deve significare indifferenza nei confronti delle scelte delle persone, e di riconoscimento del valore della pratica omosessuale, né si possono per questo negare le differenze che esistono tra omosessualità e eterosessualità, e non si può chiudere la questione sul piano clinico, come si vorrebbe fare oggi, in seguito ai pareri dell'OMS, che sono contrastanti con quelli di Freud.
Dal momento in cui l'OMS ha tolto l'omosessualità dalla lista delle malattie psichiatriche, si è ritenuto che definire malata una persona omosessuale significasse offenderla, e quindi assumere un atteggiamento intollerante. Viene quindi introdotto il termine omofobia per indicare un atteggiamento discriminatorio, equiparandolo al razzismo. Ci sono state risoluzioni europee contro l'omofobia, proponendo anche di effettuare una rieducazione verso chi ha idee non conformi al pensiero maggioritario.
Non si capisce perché, logicamente, definire qualcuno malato significhi offendere o discriminare. Se si dice ad un altro che è cardiopatico, al massimo si può essere in errore, ma non per questo si reca offesa. Una grave prassi che è necessario debellare è l'identificare un malato con una malattia, come avviene per esempio con la sindrome di Down. Una patologia non definisce una persona. Si può essere assolutamente contrari all'omofobia pur ritenendo l'omosessualità una malattia.
Ora, la medicina ufficiale non ritiene più, dagli anni Settanta, l'omosessualità una malattia, ma la inserisce tra le libere scelte personali. Ma se appunto rientra tra le libere scelte, stili di vita, modi di essere, al pari dell'eterosessualità, bisogna valutare se e come debbano essere tutelate le relazioni omosessuali.
Il rispetto delle persone non prescinde dagli stili di vita, ma non implica che si debbano condividere e apprezzare gli stili di vita altrui. Non significa essere intolleranti se non si condividono le scelte degli altri, e se si ritiene che non debbano godere di una particolare promozione. Che l'omosessualità non sia identica all'eterosessualità è evidente, ma se sono scelte o modi di relazione, si può dibattere sulla loro valutazione.
Il fatto che l'omosessualità non sia una devianza, una malattia, o una colpa, comporta che come tale possa essere valutata, apprezzata o biasimata. C'è chi non apprezza la pratica della castità e della verginità, e spesso chi pratica queste scelte è oggetto di derisione e scherno molto più spesso di quanto non lo siano gli omosessuali, ma non per questo si fanno leggi per tutelare chi vive in questo modo, o per rieducare chi è contrario.
Storicamente e attualmente ci sono stati abusi e ingiustizie nei confronti di persone omosessuali, e questo non deve più accadere. Ma non si devono assimilare queste ingiustizie alle valutazioni etiche sull'esercizio della pratica omosessuale, alla contrarietà ai matrimoni omosessuali, perché sarebbe ingiusto e lesivo della libertà di pensiero.
Se l'omosessualità è prassi normale come l'eterosessualità, deve essere discussa e valutata sullo stesso piano. E, come è lecito dibattere sulle varie pratiche eterosessuali, deve essere lo stesso anche per quello omosessuali.
E' essenziale quindi che il dibattito sull'omofobia non diventi un'occasione di creare una nuova intolleranza verso chi pensa in modo diverso.

12 febbraio 2010

Intervista a Casini sulle alleanze

Interessante intervista di Libero a Casini sul tema delle alleanze: dopo l'esperienza delle regionali, Pier Ferdinando Casini ritiene meglio non fare più alleanze né con il PD né con il PDL.
Difendiamo i valori cristiani, contro la Lega e contro il laicismo.

Leggi l'intervista

26 gennaio 2010

Il sogno di una nuova generazione di cattolici

Mi avvio alla conclusione, confidando un sogno, di quelli che si fanno ad occhi aperti, e che dicono una direzione verso cui preme andare. Mentre incoraggiamo i cattolici impegnati in politica ad essere sempre coerenti con la fede che include ed eleva ogni istanza e valore veramente umani, vorrei che questa stagione contribuisse a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni. Italiani e credenti che avvertono la responsabilità davanti a Dio come decisiva per l’agire politico. So che per riuscire in una simile impresa ci vuole la Grazia abbondante di Dio, ma anche chi accetti di lasciarsi da essa investire e lavorare. Ci vuole una comunità cristiana in cui i fedeli laici imparino a vivere con intensità il mistero di Dio nella vita, esercitandosi ai beni fondamentali della libertà, della verità, della coscienza. Cresce l’urgenza di uomini e donne capaci, con l’aiuto dello Spirito, di incarnare questi ideali e di tradurli nella storia non cercando la via meno costosa della convenienza di parte comunque argomentata, ma la via più vera, che dispiega meglio il progetto di Dio sull’umanità, e perciò capaci di suscitare nel tempo l’ammirazione degli altri, anche di chi è mosso da logiche diverse. Se questo è un sogno, cari Confratelli, so che ad esso ci si può avvicinare anzitutto attraverso le circostanze ordinarie dell’esistenza, le tappe apparentemente anche più consuete, ma che racchiudono in se stesse la cadenza del progetto che avanza. Ecco, vorremmo che i valori che costituiscono il fondamento della civiltà − la vita umana comunque si presenti e ovunque palpiti, la famiglia formata da un uomo e una donna e fondata sul matrimonio, la responsabilità educativa, la solidarietà verso gli altri, in particolare i più deboli, il lavoro come possibilità di realizzazione personale, la comunità come destino buono che accomuna gli uomini e li avvicina alla meta…− formassero anche il presupposto razionale di ogni ulteriore impresa, e perciò fossero da costoro ritenuti irrinunciabili sia nella fase della programmazione sia in quella della verifica. Non a caso la vicenda sociale è oggi, a giudizio della Chiesa, radicalmente antropologica (cfr Caritas in Veritate, n. 15).

Card. Angelo Bagnasco
Prolusione del 25 gennaio 2010

20 gennaio 2010

Per i bambini di Haiti - Adozioni a distanza


Speranza e dignità per i bambini di Haiti  

www.agatasmeralda.org

1000 WINNIE DA ADOTTARE A DISTANZA

Il "Progetto Agata Smeralda", dinanzi alla terribile tragedia di Haiti, lancia una sottoscrizione finalizzata alla ricostruzione e al sostegno continuativo di una scuola  e di strutture al servizio dell'infanzia gestite dai Padri Gesuiti, presenti ad Haiti, e con i quali è già entrato in contatto. L'obiettivo è quello di adottare a distanza 1000 bambini haitiani rimasti orfani. E per questo sollecita l'adesione e l'impegno di tutti.

Quello che il Progetto Agata Smeralda intende attuare, com'è nel suo specifico stile, (già lo ha fatto negli anni passati per l'Albania e per lo Sri Lanka) è un intervento in grado di andare oltre l'emergenza. In questo senso il sostegno a distanza è uno strumento prezioso e particolarmente efficace: non è un intervento una tantum basato sull'emotività di un momento, su un'emergenza destinata ad essere presto dimenticata, ma si fonda sulla continuità, su un progetto dilatato nel tempo, in grado di garantire ai bambini una speranza di vita e di crescita, assicurando loro cibo, cure e istruzione. E si avvale di missionari che vivono in mezzo ai poveri, che conoscono in profondità la situazione e sono in grado di garantire l'efficacia dell'intervento e il corretto utilizzo delle risorse economiche. Abbiamo intitolato questa iniziativa "1000 Winnie da adottare a distanza", avendo ancora vive negli occhi le drammatiche immagini televisive che mostravano il salvataggio dalla macerie della piccola Winnie, 18 mesi, rimasta viva in quell'inferno dopo quattro giorni e quattro notti. Un segno della vita che vince la morte, della speranza che deve riguardare il futuro di tanti bambini. Per questo Agata Smeralda, oltre a chiedere offerte per la ricostruzione, propone l'iniziativa "1000 Winnie da adottare a distanza", che si rivolge in particolare a coloro che vogliono dare un contributo concreto per i bambini di Haiti impegnandosi a sostenere una vera e duratura rinascita, in grado di incidere anche su una situazione di sottosviluppo, di degrado e di miseria che ad Haiti era presente ben prima del terremoto. Con le adozioni a distanza, il miglioramento delle condizioni di vita e di salute dei bambini, grazie anche alla scuola, potrà aiutarli a guardare al futuro con speranza.

Per iniziare un'adozione a distanza basta effettuare un versamento di € 31,00 ed indicare nella causale "inizio adozione bambino/a di Haiti"

* sul conto corrente postale n. 502500

       oppure

* sul conto corrente bancario IBAN: IT45F0103002870000000001152

presso la Banca M.P.S.- agenzia 48 - via Cavour, 82/a - Firenze

entrambi intestati a:

PROGETTO AGATA SMERALDA   via Cavour, 92 - 50129 FIRENZE

Sempre utilizzando una delle due modalità di versamento potrà essere inviata una qualsiasi offerta per i bambini di Haiti


Tel. 055 585040 - e-mail: info@agatasmeralda.org - www.agatasmeralda.org


08 gennaio 2010

Idee sul laicismo

Penso che il dibattito eterno sulle cose che devono essere consentite dalla legge perché lo stato è laico abbia poco senso. Quello che è giusto o sbagliato, in una democrazia, lo decide la maggioranza. E la maggioranza degli italiani, ad esempio, considera ancora sbagliato uccidere, rubare, non soccorrere chi trova per strada in fin di vita. Cose che sono dettate dalla Bibbia, e che a dar retta ai laicisti andrebbero forse tolte dall'ordinamento di uno stato laico. Eppure proprio i laicisti si riconoscono in questi valori, come anche nella fratellanza, nel rispetto reciproco, nella solidarietà, nell'onestà, tutte cose che derivano dalla fede cristiana, e che in Europa siamo soliti riconoscere come giuste, fondamentali.
Non dico che gli abortisti o gli eutanasisti non debbano portare avanti le loro battaglie, ci mancherebbe. Ma dico che non ha senso dire che devono essere riconosciute perché lo stato è laico. Non c'entra nulla. Vanno riconosciute se la maggioranza degli italiani è d'accordo, altrimenti no. C'è chi basa ancora tutti i principi e valori morali sulla fede cristiana, e chi qualche principio lo basa su altre cose, ma lo stato è laico e democratico, nel senso che a governare non è una religione o una divinità, ma un popolo libero, che intende veder riconosciuti i valori in cui crede, a prescindere dalla fede.