Durante il lungo volo che lo porterà in Brasile, Benedetto XVI improvvisa una conferenza stampa. Al centro, tra gli altri temi, il rapporto tra Chiesa e Stato e la posizione dei politici che votano leggi sull'aborto.
Il rapporto tra Chiesa e Stato, la posizione dei politici che votano leggi sull'aborto, la teologia della liberazione, la sfida delle sette, ma anche la beatificazione di mons. Oscar Romero. Benedetto XVI non si sottrae alle domande dei giornalisti e durante il lungo volo che lo porterà in Brasile improvvisa una conferenza stampa. Il tema senza dubbio più spinoso che già vivacizza il dibattito politico è il commento alla condanna dei vescovi messicani ai politici dopo la legalizzazione dell'aborto. Il pontefice parla di "scomunica prevista dal codice", perché "l'uccisione di un innocente, di un bambino è inconcepibile". "I vescovi non hanno fatto niente di nuovo o di sorprendente da quanto previsto nel diritto - ha ribadito - hanno soltanto messo in luce e dichiarato pubblicamente quanto è previsto dal diritto della Chiesa che prevede apprezzamento per la vita e l'individualità della vita fin dal primo momento".
Rispondendo a un'altra domanda sempre sul tema della vita e della proposta di un referendum sull'aborto in Brasile, Benedetto XVI ha sottolineato che "c'è una grande lotta della Chiesa per la vita. Giovanni Paolo II ha fatto di questa lotta un punto fondamentale di tutto il suo pontificato, scrivendo anche un'intera enciclica su questo. Andiamo avanti su questo presagio - ha proseguito Benedetto XVI - dicendo che la vita è un dono, non è una minaccia, e alla radice di queste legislazioni sta da una parte un certo egoismo e dall'altra anche un dubbio sul valore della vita e sulla bellezza della vita. La Chiesa risponde soprattutto a questi dubbi: la vita è bella - ha aggiunto il Papa - che fra sette ore giungerà a San Paolo - non è una cosa dubbiosa ma è un dono e anche in condizioni difficili umane rimane sempre un dono. Occorre ricreare questa conoscenza della bellezza del dono della vita".
Dichiarazioni precisate dal direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, secondo il quale ''non essendo stata dichiarata una scomunica dai vescovi messicani, il papa non ha inteso nemmeno dichiararla lui''. Semplicemente, "l'azione legislativa favorevole all'aborto - ha detto Lombardi - non è compatibile con la partecipazione alla eucaristia, come è scritto anche nella sacrosantum caritatis". Ma i politici sono scomunicati? ''No - ha risposto - si autoescludono dalla comunione''.
Il papa è poi tornato sul tema della laicità, spiegando che "la Chiesa non fa politica, ma offre condizioni per risolvere i problemi sociali, nelle quali una sana soluzione dei problemi può maturare". E sulla teologia della liberazione, "c'è uno spazio legittimo nel dibattito". "Con il cambiamento della situazione politica - ha detto - è anche profondamente cambiata la situazione della teologia della liberazione ed è evidente che facili millenarismi che promettevano subito condizioni concrete di una vita giusta erano sbagliate. Lo sanno tutti. Ora - ha aggiunto il papa - la questione è come la Chiesa deve essere presente nella lotta e nelle riforme necessarie per garantire condizioni giuste. Proprio su questo si dividono i teologi". Quanto alla sfida delle sette cristiane, la risposta è una "chiesa cattolica più missionaria e più dinamica nell'offrire risposte alla fede di Dio". "Il successo delle sette dimostra da una parte che c'è una sete di Dio, una sete di religione e le persone vogliono essere vicine a Dio", dice, chiarendo che la Chiesa deve essere consapevole "che la gente e i popoli vogliono avere Dio vicino ai loro fratelli".
Durante il breafing, è stata ricordata inoltre la figura di mons. Oscar Romero, il vescovo di San Salvador ucciso nel 1980. Il papa è stato interpellato sul suo processo di beatificazione, secondo alcuni piuttosto lento. Per Benedetto XVI, il vescovo è un "grande testimone della fede" e non ci sono dubbi "che la sua persona meriti la beatificazione". "Non è in questione che sia un grande testimone della fede, delle virtù cristiane, che si è impegnato per la pace e contro la dittatura, è stato ucciso durante la consacrazione, si tratta quindi di una morte di testimonianza della fede'', ha detto. Tuttavia, ''c'era il problema che una parte politica voleva prendere ingiustamente per sé questa figura", ma ''io aspetto le conclusioni della Congregazione per la cause dei santi''.
Sporco cattolico represso, affanculo a ratzinger e tutti gli imbecilli come lui
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