22 dicembre 2009

Le virtù di Pio XII, il dolore degli ebrei, il Papa in Sinagoga

Le virtù di Pio XII, il dolore degli ebrei, il Papa in Sinagoga

da Il Blog di Andrea Tornielli 

Credo che queste parole siano attualissime e possano essere applicate anche a Pio XII come ad ogni altro candidato agli altari. Il dibattito - grazie al Cielo più sereno e pacato - sulla controversia storica riguardante i cosiddetti "silenzi" e l'atteggiamento della Chiesa durante la Shoah potrà continuare e continuerà. Beatificando un suo figlio, la Chiesa celebra le sue virtù, la sua adesione al progetto che Dio aveva sulla sua vita, la sua fede, la sua carità. Non necessariamente intende celebrare tutte le "opzioni storiche", le scelte che egli, in coscienza, ha compiuto. A scanso di equivoci, vale la pena ricordare che il sottoscritto crede che l'atteggiamento prudente nella denuncia sia stata una scelta consapevole e sofferta di Pio XII, il quale riteneva che l'intervento pubblico avrebbe ulteriormente danneggiato i perseguitati e soprattutto avrebbe ridotto i già minimi spazi di manovra delle istituzioni ecclesiastiche impegnate nel salvare gli ebrei. Ma su questo è giusto discutere, confrontarsi, approfondire, vagliare testimonianze e documenti, rifiutando "leggende nere" ma anche "leggende rosa" perché l'enormità della Shoah, evento orrendo e unico nella storia dell'Europa cristiana deve continuare a interrogare le nostre coscienze per far sì che tragedie simili non possano più ripetersi. Il passo in avanti della causa di beatificazione di Pio XII non va dunque presentato né vissuto come un atto che intende chiudere univocamente il dibattito storiografico consacrando una tesi. Forse ricordarlo potrebbe aiutare anche il dialogo con gli amici ebrei romani in vista della visita papale alla loro Sinagoga.

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