(Paolo Voltaggio)
La disaffezione dei cittadini per le istituzioni, la sfiducia nella amministrazione della cosa pubblica, l'abbandono progressivo da parte dei giovani del dibattito politico impongono a tutti, ed in particolare al mondo cattolico, una profonda riflessione.
Il cristiano, turbato dal clamore di "tangentopoli" e in preda al timore di "sporcarsi", ha rinunciato a partecipare all'attività politica delegando ad altri il compito di portare avanti e difendere le proprie istanze e i propri valori.
Un malinteso senso di laicità ha completato la rinuncia ad ogni attività non solo politica ma anche culturale.
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno a più riprese cercato di far comprendere al popolo cristiano l'offesa alla carità insita in tale disinteresse.
"Autentica laicità non è [...] prescindere dalla dimensione spirituale, ma riconoscere che proprio questa, radicalmente, è garante della nostra libertà e dell'autonomia delle realtà terrene, grazie ai dettami della Sapienza creatrice che la coscienza umana sa accogliere ed attuare" . Questa frase di Benedetto XVI indica in maniera sintetica ma molto precisa le radici di una laicità rettamente intesa.
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