E' stata per noi una scelta infelice, che si aggiunge all'onorificenza già data a Englaro dall'Amministrazione di Firenze, e che propaganda un laicismo ideologico tendente ad affermare la cosiddetta "cultura della morte". Cioè l'idea che sia l'uomo a dover decidere chi è degno o meno di vivere.
Pur riconoscendo la sofferenza del signor Englaro nel vedere sua figlia in condizioni al limite della pietà, crediamo che quella vita fosse ugualmente un dono da difendere, e non da sopprimere. Aldilà delle motivazioni, Beppino Englaro è un uomo che ha fatto uccidere (anzi, morire di fame e di sete) la propria figlia, crimine per il quale, a nostro avviso, non dovrebbero esistere giustificazioni.
Pertanto siamo amareggiati dalla decisione presa dalla giuria del Premio Luigi Russo attribuire un riconoscimento al libro di Englaro, e dalla partecipazione del Sindaco e dell'Amministrazione Comunale alla premiazione.
Davide Pelagotti
Unione di Centro - Empoli
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