23 aprile 2007

USA e aborto

La notizia:

WASHINGTON (Reuters) - La Corte suprema Usa ha confermato stamani con un voto molto contrastato il primo divieto su scala nazionale ad una specifica procedura di aborto, restringendo il diritto all'interruzione di gravidanza in una decisione su uno degli argomenti più discussi e politicizzati della nazione.
Per cinque voti a quattro, la corte ha respinto gli argomenti contrari al "Partial-Birth Abortion Ban Act" che il presidente Usa George W. Bush ha trasformato in legge nel 2003, dopo l'approvazione del Congresso a guida repubblicana.
E' la prima volta che la più alta giurisdizione del paese conferma una legge federale che vieta una pratica di aborto, da quando la storica sentenza Roe v.Wade del 1973 stabilì che le donne hanno il diritto costituzionale ad abortire.
In una sconfitta per i difensori del diritto all'aborto, la maggioranza della corte ha confermato la legge adottata dopo nove anni di udienze e dibattiti. La legge non è mai stata applicata in attesa che si esprimesse la corte.
La corte ha respinto gli argomenti secondo cui la legge doveva essere cancellata perché impone un carico non dovuto al diritto della donna ad abortire, è troppo vaga e troppo ampia.

I commenti di Barack Obama:

"I strongly disagree with today's Supreme Court ruling, which dramatically departs from previous precedents safeguarding the health of pregnant women. As Justice Ginsburg emphasized in her dissenting opinion, this ruling signals an alarming willingness on the part of the conservative majority to disregard its prior rulings respecting a woman's medical concerns and the very personal decisions between a doctor and patient. I am extremely concerned that this ruling will embolden state legislatures to enact further measures to restrict a woman's right to choose, and that the conservative Supreme Court justices will look for other opportunities to erode Roe v. Wade, which is established federal law and a matter of equal rights for women."

e di Hillary Clinton:

"This decision marks a dramatic departure from four decades of Supreme Court rulings that upheld a woman's right to choose and recognized the importance of women's health. Today's decision blatantly defies the Court's recent decision in 2000 striking down a state partial-birth abortion law because of its failure to provide an exception for the health of the mother. As the Supreme Court recognized in Roe v. Wade in 1973, this issue is complex and highly personal; the rights and lives of women must be taken into account. It is precisely this erosion of our constitutional rights that I warned against when I opposed the nominations of Chief Justice Roberts and Justice Alito."

Il "Partial-Birth Abortion Ban Act", firmato da Bush nel 2003, è una legge con cui si vieta una pratica abortiva che consiste nel far uscire il feto fino al collo, per poi praticare un'incisione alla base del cranio con delle forbici ed asportare il cervello con un catetere, facendo così uscire il feto morto. Questa barbarie è vietata in Italia dalla legge 194, ma è praticata ad esempio nel Regno Unito, dove il Royal College of Obstetricians and Gynaecology si è chiesto che differenza c'è tra questo tipo di aborto e uccidere il bambino appena è nato, ed ha quindi chiesto al parlamento inglese di legalizzare l'eutanasia per i neonati disabili.
I due "democratici", volendo difendere il diritto ai "servizi per la donna incinta", neologismo con cui Bill Clinton ha definito l'aborto nel 1993, difendono l'uccisione di 2000 bambini all'anno con questa pratica da macellai. Esattamente come Bush, difendendo il diritto degli americani alla legittima difesa, se ne frega se tra un po' ci saranno altre stragi come quella in Virginia.

18 aprile 2007

Pio XII e Hitler

Hitler satanista e l’esorcismo del Papa

Pio XII, convinto che il Führer fosse posseduto dal demonio, tentò di esorcizzarlo a distanza.

La circostanza è confermata da diverse testimonianze agli atti del processo di beatificazione

di Andrea Tornielli (30Giorni)

Pio XII in preghiera
Pare quasi di vederlo, nella sua cappella privata, con addosso la sua tonaca bianca, lisa e rammendata, le vecchie e comode scarpe nere “da riposo” che era solito portare fin dai tempi della nunziatura di Monaco. Pare di scorgerlo, con il rituale degli esorcismi aperto davanti agli occhi, mentre recita sommessamente preghiere e invocazioni per scacciare Satana dall’uomo che stava portando l’intera Europa verso la catastrofe. Pio XII, il Pontefice che un’odierna leggenda nera vorrebbe dipingere come filonazista se non addirittura amico di Adolf Hitler (lo ha fatto il giornalista inglese John Cornwell con un libro inequivocabile fin dal titolo: Il Papa di Hitler), era così poco “amico” del dittatore di Berlino da tentare di esorcizzarlo a distanza perché convinto che fosse posseduto dal demonio. La circostanza è confermata da diverse testimonianze agli atti del processo di beatificazione.
Quale fosse l’opinione di Eugenio Pacelli sul Führer era noto da tempo. Suor Pascalina Lehnert, la religiosa che lo accudiva, ha raccontato – sotto giuramento, in tempi non sospetti, quando le polemiche su Pio XII non erano ancora scoppiate – che già nel 1929, lasciando Berlino per Roma dove sarebbe stato creato cardinale e nominato segretario di Stato, monsignor Pacelli si dimostrava angosciato per il futuro dei tedeschi: «Un pensiero angoscioso turbava il nunzio alla sua partenza dalla Germania: il continuo progredire del nazionalsocialismo. Come era stato perspicace già allora nel giudicare Hitler e quante volte aveva messo in guardia il popolo tedesco dal tremendo pericolo che lo minacciava! Non gli volevano credere. Personalità di ogni ceto e di ogni classe gli fecero capire al momento del suo congedo ciò che essi attendevano da Hitler: l’ascesa e la grandezza della Germania. Una volta io chiesi al nunzio se non pensava che quest’uomo potesse avere in sé qualcosa di buono e… potesse, forse, aiutare il popolo tedesco. Il nunzio scosse il capo e disse: “Dovrei sbagliarmi di grosso pensando che tutto questo possa andare a finire bene. Quest’uomo è completamente invasato; tutto ciò che non gli serve, lo distrugge; tutto ciò che dice e scrive, porta il marchio del suo egocentrismo; quest’uomo è capace di calpestare i cadaveri e di eliminare tutto ciò che gli è d’ostacolo. Non riesco a comprendere come tanti in Germania, anche tra le persone migliori, non lo capiscano e non sappiano trarre insegnamento da ciò che scrive e che dice”».
Negli anni successivi, dopo l’elezione avvenuta nel marzo 1939, Pacelli aggravò questo giudizio arrivando a ritenere Hitler un vero indemoniato. Lo conferma, nelle deposizioni, anche un nipote del Pontefice. Così, nei momenti più bui della guerra, Pio XII tentò più volte di “liberare” l’anima del Führer dal diavolo, con tutte le invocazioni previste nel rito dell’esorcismo: «Nel nome di Gesù, satana, vattene… Tu che sei stato sconfitto nel mar Rosso da Mosè, tu che venivi scacciato da Saul grazie ai salmi cantati da Davide, tu che sei stato dannato nella persona di Giuda…».
Certo, l’esorcismo “a distanza” non ottiene quasi mai effetto. Lo ha spiegato bene padre Gabriele Amorth, il più famoso degli esorcisti tuttora in attività a Roma: «Raramente la preghiera a distanza ha un effetto liberatorio. Di per sé è possibile tentare preghiere a distanza, ma che attecchiscano è un altro discorso. Uno dei requisiti per fare gli esorcismi è infatti che la persona sia presente, e che sia consenziente. Fare esorcismi su qualcuno che non è né presente né consenziente né cattolico presenta delle difficoltà». «Non ho dubbi però» aggiunge padre Amorth «sul fatto che Hitler fosse satanista. Da questo punto di vista non mi stupisco che Pio XII possa aver tentato un esorcismo a distanza». Secondo il sacerdote, la possessione del Führer emerge dalla sua «perfidia umanamente inspiegabile: non si spiega una malvagità simile senza una forza superiore e al di fuori della natura umana».
Un fotomontaggio di Hitler
La notizia degli esorcismi “a distanza” di papa Pacelli è stata confermata dal gesuita tedesco Peter Gumpel, che segue la causa di beatificazione, durante un recente dibattito sulla figura di Pio XII che si è svolto al Collegio Capranica, al quale ha partecipato il senatore Giulio Andreotti. «Queste testimonianze agli atti del processo canonico sono coperte dal segreto» spiega Gumpel a 30Giorni. «Ce ne sono diverse che parlano dell’episodio e riferiscono che il Pontefice tentò più volte questi esorcismi. Non è un fatto da enfatizzare in sé, è soltanto un particolare. Ma è utile per comprendere che cosa davvero Pio XII pensasse di Hitler e quanto false siano quelle ricostruzioni pseudostoriche che oggi vorrebbero presentarcelo come un Papa filonazista, addirittura amico del Führer». Era invece un Papa così poco filonazista e così poco “amico” di Hitler da appoggiare direttamente il tentativo di rovesciarlo messo in atto da alcuni ufficiali tedeschi alla fine del 1939. Un vero e proprio complotto, per il quale il Papa si espose moltissimo facendo personalmente da tramite fra i congiurati e il governo inglese. Ha scritto lo storico Owen Chadwick: «Il Papa mise a rischio il destino della Chiesa in Germania, Austria e Polonia, e forse rischiò anche di più. Probabilmente rischiò la distruzione dei gesuiti tedeschi… Si fece carico di questo grosso rischio unicamente perché la sua esperienza politica vide che, per quanto questo piano andasse incontro a un verosimile fallimento, era probabilmente la sola possibilità superstite per fermare l’imminente invasione dell’Olanda, della Francia e del Belgio, per impedire infiniti spargimenti di sangue, e per riportare la pace in Europa».

Del resto questi sentimenti di avversione erano ampiamente ricambiati da parte dell’invasato “padrone” del Terzo Reich. In un rapporto datato 30 settembre 1941, il nunzio apostolico in Francia, Valerio Valeri, descrive ai suoi superiori della Segreteria di Stato il contenuto di un colloquio intercorso tra Hitler e il dittatore spagnolo Francisco Franco: «Il cancelliere del Reich aveva asserito che il Santo Padre era un suo nemico personale».

Bertinotti e Lepanto

CACCIARI, BERTINOTTI E COMPAGNI: LA TRISTEZZA DI NON CONOSCERE LA TENEREZZA DI DIO…
(Antonio Socci, 13/4/2007)

Domenica prossima [15 aprile] è la festa della Divina Misericordia, istituita da Giovanni Paolo II facendo seguito a quanto Gesù rivelò alla mistica polacca santa Faustina Kowalska. In particolare ricordo quest parole del Signore affidate a suor Faustina:
“Desidero che i miei Sacerdoti annunzino questa mia grande misericordia per le anime peccatrici. Il peccatore non tema di avvicinarsi a Me. Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. Figlia mia, non cessare di annunziare la mia misericordia, facendo questo darai refrigerio al mio Cuore consumato da fiamme di compassione per i peccatori. Quanto dolorosamente mi ferisce la mancanza di fiducia nella mia bontà! Per punire ho tutta l’eternità, adesso invece prolungo il tempo della misericordia per loro. Anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, rivolgendosi alla mia misericordia, il peccatore mi glorifica e onora la mia Passione. Nell’ora della sua morte Io lo difenderò come la stessa mia gloria. Quando un’anima esalta la mia bontà, Satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”

BERTINOTTI E SANTA MARIA DELLA VITTORIA

di Antonio Socci (Libero, 13/4/2007)

“Chi controlla il passato” diceva Orwell “controlla il futuro”. Per questo i comunisti sono sempre stati molto disinvolti nel riscrivere la storia a proprio uso e consumo e magari nello “sbianchettare” le immagini scomode del passato. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha “rimosso” dalla sala di Montecitorio dove riceve le delegazioni una tela rappresentante la battaglia di Lepanto, quella vittoria cristiana che nel 1571 ci salvò dall’invasione turca.

Pare che Bertinotti ne fosse imbarazzato per spirito pacifista. Ma che accadeva se nessuno si opponeva ai musulmani? Lo si vede nella cattedrale di Otranto, in Puglia, dove si conservano le ossa degli 800 uomini (per primo il vescovo Stefano Pendinelli) a cui i saraceni di Maometto II, 90 anni prima di Lepanto, tagliarono ferocemente la testa, mentre i loro figli e le loro mogli finirono in schiavitù. Il 15 marzo 1570, alla vigilia di Lepanto, l’impero turco, smanioso di conquistare tutto il Mediterraneo, dichiarò guerra anche alla Serenissima invadendo Cipro, territorio di Venezia: “Nicosia” scrive Alberto Leoni “si trasformò in mattatoio dove furono trucidate con crudele fantasia 20 mila persone. I superstiti, 2 mila donne e ragazzi, vennero destinati all’harem”. E l’altra città dell’isola, Famagosta, subì lo stesso macello con il comandante, il grande Marco Antonio Bragadin, che fu torturato orrendamente. Gli tagliarono orecchie e naso e infine fu scorticato vivo: “non emise un lamento, mormorando il ‘Miserere’ fino a che il cuore cedette quando il coltello del boia era arrivato all’ombelico”. E’ la storia gloriosa di Venezia cristiana.

Non rendendo onore a questo passato, l’attuale sindaco di Venezia, Cacciari (oltretutto post-comunista), è arrivato a dichiarare che è stata la religione cristiana, non l’Islam, che “si è imposta agli altri con la violenza” (parole che fanno indignare). Queste carneficine musulmane preannunciavano cosa sarebbe capitato all’Italia se i turchi fossero riusciti a invaderla. Senza la battaglia di Lepanto e senza quella vittoria dei cristiani non ci sarebbe oggi nessuna democrazia in Italia (ma avremmo qualche sultano al potere). Senza quella vittoria cristiana non ci sarebbe neanche il Parlamento in Italia. Soprattutto – e questo dovrebbe far meditare Bertinotti – senza quella vittoria cristiana non ci sarebbe la sua poltrona di Presidente della Camera. Né la libertà di essere comunisti.

Insomma quella tela sulla battaglia di Lepanto è simbolo della libertà italiana almeno quanto la festa del 25 aprile (in entrambi i casi il Paese era sotto invasione barbarica). Si vuol forse abolire anche il 25 aprile? Hanno dichiarato che la decisione di rimuovere la tela “è stata presa in sintonia con la linea di dialogo e di pace”. Con questa filosofia pacifista Bertinotti rischia di prospettare pure l’abolizione del 25 aprile che celebra la liberazione armata dell’Italia da parte dei partigiani e degli Alleati.

Perché la vittoria militare del 25 aprile deve essere ricordata con una festa nazionale e di quella di Lepanto imbarazza perfino una tela? Forse perché la prima fu una vittoria (anche) dei comunisti, mentre quella di Lepanto fu una vittoria tutta cristiana sulla minaccia islamica. Dunque via la tela. Così – fa sapere Bertinotti – “si è voluto mandare un segnale di novità e diversità”.

E quale novità? L’ostilità anticattolica dei comunisti è una novità? E’ roba stravecchia. Arrivare a rimuovere la tela su Lepanto è un gesto di fanatismo ideologico. I comunisti ormai da tempo cercano di usare l’argomento “musulmani” in modo strumentale, per dare addosso ai cristiani. Nessun islamico aveva chiesto la rimozione di quella tela (e, nel caso, doveva rassegnarsi: ci volevano invadere! Casomai dovrebbero chiedere scusa). Per non urtare gli islamici dovremmo forse abolire la Divina Commedia (rea di parlar male di Maometto) e poi cancellare tutte le immagini sacre perché l’Islam le ritiene “blasfeme”?

Il problema in realtà è la Sinistra. Che evoca il “dialogo” con i musulmani per cancellare la memoria cristiana, ma non certo quando lancia battaglie laiciste come quella sui Dico. “Come mai”, si è chiesto padre Samir, “quando si è trattato di togliere alcuni segni visibili della tradizione cristiana (il crocifisso, il presepio, ecc…) hanno utilizzato l’argomento dei musulmani da non offendere (come se il presepio fosse un offesa per loro!), e quando si tratta di questioni così fondamentali per loro (come la famiglia e i Dico) non se ne parla?”. Questo mondo progressista “li sta strumentalizzando, utilizzandoli per confortare una sua opinione solo quando fa comodo. Questo non è rispetto, ma manipolazione”.

Peraltro “censurare” Lepanto è pure sintomo di ignoranza storica. Un celebre protagonista di quella battaglia, Miguel de Cervantes, disse che quel 7 ottobre fu uno dei giorni più grandi della storia del mondo. Lo storico Fernand Braudel scrive che “la vittoria segnò la fine di una miseria. La vittoria cristiana sbarrò la strada a un avversario che si annunziava molto oscuro e vicino. Prima di far dell’ironia su Lepanto, seguendo le orme di Voltaire, è forse ragionevole considerare il significato immediato della vittoria. Esso fu enorme”.

Lepanto è diventato un tabù per i comunisti perché ricorda 14 secoli di minaccia islamica e di tentativi di invasione dell’Europa. E perché a opporsi oggi all’aggressione islamica (che punta sempre a fare di noi l’Eurabia) sono gli odiati (dalla Sinistra) “amerikani”. Inoltre perché nel 1571 era stato il papa Pio V a coalizzare i (divisi) sovrani dell’Europa nella Lega Santa e a organizzare la difesa. E fu lui a organizzare anche un immenso esercito di preghiere con le Confraternite del Rosario. Il Papa – che seppe misteriosamente della vittoria quel giorno stesso (si dice che ebbe una visione della Vergine) – proclamò da allora il 7 ottobre “Festa della Madonna del Rosario” o anche “Santa Maria della Vittoria”.

Un evento storico clamoroso: il Papa letteralmente salvò l’Italia (e l’Europa) grazie all’aiuto della Madre di Dio. Fu una delle “ingerenze” con cui la Chiesa ha protetto da secoli l’Italia e l’Europa dall’orrore e dalla distruzione (come nelle elezioni italiane del 1948). Dev’essere questo che urta oggi i comunisti che accusano di nuovo il Papa e la Chiesa di “ingerenza”. Sì, è vero: la Chiesa ha sempre difeso l’Italia.

Proprio mentre scrivevo queste note ho ricevuto una mail da un certo “Centro culturale Lepanto” che, con toni assai polemici, afferma: “In questi ultimi tempi, le forze laiciste hanno lanciato una nuova e più grave campagna di odio contro la Santa Chiesa Cattolica ed il suo Pastore Benedetto XVI. Giornali, libri, televisioni, pellicole cinematografiche, cartelloni e spot pubblicitari rovesciano continuamente torrenti di calunnie, accuse, insulti e derisioni sul Papa, sul Clero e sull’intera Chiesa, pretendendo d’isolarla, emarginarla e metterla a tacere… Questa campagna di odio cerca d’intimidire i cattolici, spingendoli a relegarsi nel chiuso delle chiese e a rinunciare a testimoniare e difendere la Fede nella vita pubblica. E' una campagna che potrebbe preludere a quella persecuzione violenta descritta nell'ormai noto ‘terzo segreto’ di Fatima”.

Infine però gli estensori ricordano la protezione della Madonna. Certa come nel passato. Post scriptum: per il 30 aprile prossimo, festa di S. Pio V, pare che Benedetto XVI voglia promulgare il “Motu proprio” che restituisce alla Chiesa la sua grande liturgia latina, detta appunto “di S. Pio V”. Il Papa di Lepanto, che salvò l’Italia anche con la forza del Rosario. Storia da meditare anche per i cattolici.

14 aprile 2007

Ufficio delle letture di oggi

Prima Lettura
Dalla prima lettera di san Pietro, apostolo 4, 12 - 5, 14

Esortazione agli anziani e ai giovani
Carissimi, non siate sorpresi per l'incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome.
E' giunto infatti il momento in cui inizia il giudizio dalla casa di Dio; e se inizia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio?
E se il giusto a stento si salverà,
che ne sarà dell'empio e del peccatore? (Pro 11, 31).
Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene.
Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.
Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché
Dio resiste ai superbi,
ma da' grazia agli umili. (Pro 3, 34).
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione (Sal 54, 23), perché egli ha cura di voi. Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.
E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. A lui la potenza nei secoli. Amen!
Vi ho scritto, come io ritengo, brevemente per mezzo di Silvano, fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio. Salutatevi l'un l'altro con bacio di carità. Pace a voi tutti che siete in Cristo!